A mia Zia Giulia

È il vèspero,
il giorno e il sol van declinando
ed il pensiero s’inginocchia al sacro, mi setaccia l’anima, mi rattrista il viso, enumera i ricordi. Quand’ecco, all’improvviso, sugli arcani tratteggi del riverbero lontani accordi d”Amapola” la tua canzone. Laddove, sola, ti riempia la stanza e con movenze di danza tu cantavi sul fruscio del disco che raschiava e col cantar pregavi. Quanti ricordi Zia, quanta emozione quella canzone dei miei dieci anni! <Ugo dai corda> ed io correvo a rotolar la manovella. La soffio a te questa canzone! Anche se ad altri suon porgi l’orecchio, nuovi canti gorgheggi, di sublimi concerti, per alte sinfonie oggi gioisci, e lisci selciati d’oro e di diamanti il passo sfiora, Essenze eterne ascendi vietate a noi immortali. Solo per pochi istanti vorrei poter mirar le tue Visioni nella Forgia dei Santi. Vorrei spiarti, starti vicino; favilla del Cielo tu, io, impasto di terra.

Settembre 2005