Amica

Volevo essere la sorella
quella dei segreti bisbigliati
tra sorrisi e lacrime
nel buio della stanza
con il soffio del vento
tra le piante di castagno
e i pipistrelli dalle ali battenti
ciechi vampiri innocenti
a spavento di notti bambine.
L’anima parla col suo doppio
non chiede interlocutori
che fingono condivisioni
ignorando vertigini (di amore irrisolto)
e baratri (di nero muto silenzio).
Afono il cuore
balbetta sillabe stanche
di straripante  dolcezza.
L’otre è pieno
e non c’è chi spilli il suo vino
che invecchia e moltiplica aromi
di vite trascorse e pur sempre presenti.
Sulla strada senza castagni
in questo frastuono di notti senza sonno
ti parlo e so che comprendi
amica sorella
e trovo il mio doppio nel tuo assurdo
così straordinariamente normale.