Farfalla

Piccolo uovo, germe di vita, sperso
tra i rami d’antico albero; così ti vide.
Con lieve tocco di dita ti colse,
col calore di mano il primo istante scaldò
Al sole poi portata, che il mondo sapesse
l’inizio tuo, di stupenda creatura.   Famelico bruco, d’energia mai sazio,
sul suo albero di dolci frutti ti posasti.
Ogni foglia era alimento e tutti i rami nudi
a te si mostrarono senza pudore;
fu il tuo cibo, il calore che ti fece cambiar di pelle,
il tuo riparo, la tua casa.   Per il calore tuo, dolce filamento di seta divenne
per fasciarti, lieve, il corpo.
In lui, da lui così cinta e protetta
preparasti, dormiente, la tua nuova forma,
crisalide, dolce e incolore, preludio
e speranza di futura grande meraviglia.   Sotto il timido sole di maggio con forza
di chi solo ora vive, rinasci da quello.
Drizza per bene l’antenne, scalda al sole le ali,
ruba altri accesi colori alla vita;
infine vola, libera, porta con te,
più in alto che puoi, il ricordo di piccolo uomo.