Gli attoniti
I neri su neve e brume,
Presso il grande sfiatatoio illuminato
I culi in circolo,
In ginocchio cinque piccoli – diamine! –
Guardano il fornai fare
Il pane grande e biondo.
Vedono il braccio forte e bianco girare
La pasta grigia, e informarla
In un buco chiaro.
Ascoltano cuocere il buon pane
E il fornaio dal grasso sorriso
Intona una vecchia arietta.
Stanno stretti e immobili
Al soffio dello sfiatatoio rosso
Caldo come un seno.
E mentre scocca la mezzanotte
È pronto, giallo e croccante,
E' sfornato il pane,
Sotto i travi affumicati
Cantano le croste profumate
Assieme ai grilli,
E da quel buco caldo soffia la vita,
L'anima loro è rapita
Sotto i cenci
Si sentono rinascere
I poveri piccoli pieni di brina!
Son tutti là
Con i musetti incollati
Alla grata, sussurrando qualcosa
Dai buchi
Come una preghiera...
Chini su quella luce
Di cielo schiuso,
Fino a strapparsi i calzoni
E le bianche fasce tremanti
Al vento d'inverno.