IL GIORNO DEI MORTI

Perchè chiamare col nome di vita
quello che è, invece, cammino
che, certo, ti porta:
chi tardi, chi presto
a quel ch'è, di tutti, destino?
Oggi è 'l giorno che si fa memoria
di tutti: sia "scuri", sia noti,
che sian citati ne' libri di storia,
che abbiano o no, a ricordo una tomba.
E' il giorno che nei Cimiteri
avvengono incontri fra gente
non vista da tempo,
costretta ad andare lontano per lavori
non trovati nei luoghi di vita.
Quando, nei Cimiteri d'un tempo,
le salme erano in terra sepolte,
quanti fiori, quante candele
ad ornare le povere fosse!
Oggi: non più tumuli neri,
ma statue e marmi preziosi;
non più moccoli accesi,
ma lampade fredde tu vedi.
O Camposanto, ricordo d'infanzia!
Questo era 'l giorno atteso dai bimbi
che, fin da presto il mattino
la cera prendevan che, sciolta e rappresa
dal freddo, lungo il cero colava.
Il giorno dopo la si vendeva,
per pochi soldini, al ceraio
che in città operava.
Chi, primo, entrava nel Camposanto,
sceglieva con cura il suo "campo"
dove, sperava che molte candele
venissero accese.
Non era giorno di pianto
quel giorno, lontano nel tempo.