Il Tuo Nome

Adesso partirei, su questa strana carovana di niente,
su labbra bruciate di stoffa e caramelle, partirei adesso
e verrei da te. Partirei adesso, partirei, ma solamente
per trovarmi di nuovo e come sempre nello stesso
posto. Regalami ancora le tue ciglia lunghe, che siano
esse barche per me e i miei fratelli marinai. Regalami
ancora la tua schiena distesa, ché gli aironi volino
leggiadri su quel verde infinito; e i tuoi bei piedi tàlami
dove infine ci potremo sposare, al suono di violini
di tempi andati. Portami con te nell'ombra oscura
che ci prende alla sera, quando stringiamo nelle mani
delle mani che più non ci sono. Quando la molle cera
si spegne e s'incolla al palato di baci troppo lontani.

Cullami di carezze di madre come quando m'azzittivo,
come all'ora ferisci il mio cuore bambino con soffi di gesso!
Nei boschi verdi dei tuoi occhi ho intrapreso il cammino,
nei boschi bui dei tuoi occhi verdi mi sono ormai perso.

Indicami la strada, indicami la tua tonda luna bianca,
quella comoda e fragile su cui riposavo i grappoli affranti
dei miei pensieri, dei miei capelli. Guardami stanca
come quando piangevi, come quando piangevi ora piangi,
perché fiumi di dolore più belli di quelli no, non esistono.
Perché indondavi la mia stanza vuota di qualcosa
che ancora nessuno ha saputo chiamare. Nessun suono,
né un profumo, e di certo mai in una semplice rosa
potrei mai ritrovare quel canto. Parto adesso a cercare,
parto per tornare a mani vuote come sempre, come
tutte le volte che m'infilzo di nomi nuovi. Presto muore
ogni cosa distante, tutto s'avvilisce men che il tuo nome.