L'ultimo fleur du mal

Ho appeso le camicie

come versi di Rimbaud

proiettati nell’attesa

le pieghe

sono lampi di candore disgiunto

tra le soste dell’apatia.

Perché il silenzio

fa tanto rumore

come un foglio bianco

ad un concerto di sigarette?

Perché l’equazione è fallace

se la parentesi è muta

all'eco di un amen

di una liturgia senza inizio?

Odora la notte

di striature e cerotti

tra le dita un Verlaine

nel pugno schegge di Mallarmé

Afferro il Breton che ride in me

mentre canto l’ultimo Apollinaire

Non sono che l’ultimo fleur du mal

l’imperfetta eiaculazione di Baudelaire.