La buona madre

Dalle mie viscere sei stato generato, il mio sangue ti ha dato nutrimento, venisti al mondo per il mio volere, la luce hai visto con gli occhi che ti diedi. Nulla tu hai chiesto, piccola stella di carne, che palpiti ognora stagliato nel chiarore e nell'imbrunire, nel movimento circolare dei giorni che seguono le notti, fino a che la vita dura. E tu, che nulla hai chiesto, hai diritto a tutto: nulla ti venga negato di questa vita che s'è trasferita da me a te . Che io sia dannata per ogni lacrima versata, per ogni sospiro gonfio di dolore, per ogni gemito trafitto dall'amore che si nega. Io, che sono tua madre, inumerò il feretro della mia anima malata e darò alla luce la tua salutare compagna, quella che è degna d'essere chiamata madre: l'anello iniziale della nuova catena leggera come una collana di madreperla. Perché tu, mia piccola gemma, possa essere l'uomo che meriti.