Sipario

Sei andato via dalle strade strette e dalle torri della tua città.
Ti sei lasciato dietro solo il mare,
un palcoscenico polveroso
e bianche pagine virtuali con le tue poesie.

Nessuna parola per chi rimane,
ché non si deve provare pietà per chi soffre.

Sei partito senza un saluto per un luogo freddo,
dove ancora berrai il fuoco vivo della steppa
e ti sentirài vivo,
ma da cui non mi porterai alcun souvenir. Hai indossato le scarpe più nuove,
il cappotto pesante
e messo in testa il cappello di lana:
nella tasca il nome di un fantasma, forse,
e il biglietto che ti porta via.

Nella testa voci e numeri da incontrare
e luoghi dove farti trovare,
ma nessun posto per quello che siamo stati,
nessun pensiero più per me.

Hai raccolto coraggio e paure
e messo in valigia le armi giuste:
indifferenza, freddezza e cinismo,
per essere efficiente e preciso.
Chè la falsa modestia non ti appartiene.

Èra troppo alto il prezzo da pagare.
Meglio un "no" gelido, distaccato e lapidario.
Dal quale non si torna indietro,
come un condanna a morte.

Te ne sei andato così,
tra un caffè nero e una birra,
in una giornata senza vento e senza sole.
Di te mi resta un bacio e una bestemmia.
Ma il tempo si porta via anche i ricordi. Via per sempre, dal mio cuore
e da me.

È calato il sipario.
Applaudite gente, applaudite.
Domani in scena un'altra farsa
questa volta senza di te.