Crisi sul lavoro: che novità!

Oh, eccoci qua! Si avvicina Carnevale e lo sento solo perché faccio un lavoro, almeno momentaneamente, che mi permette di udire il suono delle maschere e degli scherzi, il brusio dei coriandoli mentre solcano l’aria durante i loro voli arzigogolati e quel profumo che sa di bimbo travestito. Qualche giorno fa ho avuto un nuovo attacco alla mia psiche da parte del mondo lavorativo e del suo senso. Essendo ovviamente allo stato attuale un insegnante – quanto è strano il mondo se io sono diventato ciò! – l’oggetto del malanno è stata ovviamente la scuola, con tutto il suo sistema di voti e lezioni e tutto quello che può significare e rappresentare. Tutto è accaduto in una giornata tranquilla e lieve, comunque piovosa e bigia, interrotta solo da qualche brutto voto, tra cui anche un due! Un bel dolce e sonante due. Non era certo la prima volta che appioppavo ad uno studente fannullone tale voto. E non credo sia stato il voto in sé ad attivare quel processo rivoluzionario nella mia mente che io ben conosco! Solo che ad un certo punto ho visto quel ragazzo adulto e uomo, padre e vigile della sua vita, magari anche misera ma pur sempre uomo e cresciuto. Allorché ho capito che l’unica cosa che separava quel ragazzo scarso a scuola da quell’uomo di famiglia era il tempo. Il solito maledettissimo ingannevole tempo. Possono mai avere alcuna importanza i voti per il Tempo che tutto ingurgita? No! Allora basta dare voti e provare a insegnare. Anche questo è in fondo un lavoro ridicolo, un lavoro in cui adulti hanno a che fare con ragazzini, adulti che devono perdere tempo a giudicare e sezionare questi animi giovani e ribelli. Ragazzini a cui spesso e volentieri non frega nulla della storia o della matematica ma pensano a tutt’altro. Ognuno ha da fare le proprie strade, belle o brutte che siano ma ognuno è l’artefice delle proprie strade. Eppure mi piacerebbe battere il mio personale record di permanenza continua in uno stesso lavoro che attualmente è fisso a sei mesi. Le possibilità sono notevoli, visto che mancano poco meno di tre settimane. I miei allievi lo sanno e se la ridono di gusto. Il mio CV parla chiaro: otto lavori diversi in meno di tre anni dalla laurea. Quello che poi farò l’anno prossimo è compito del destino buttare giù qualche appunto. Io spero solo sia qualcosa di gradevole e simpatico, non noioso e molto rapido. Spero di non chiedere troppo ma nella mia nuova filosofia di vita del wu wei tutto è magnifico e ben accetto; dunque avanti destino: fai pure il tuo corso su di me!