Giulio

Ommioddio quanto ti amavo Giulio, quando mi cantavi stonato come una campana "Buonanotte fiorellino" in Val Canzoi, al campeggio col prete e mi prestavi i tuoi enormi maglioni di lana perché non prendessi freddo.
Passavamo ore a baciarci, giornate intere, una volta tornati dalle vacanze, anziché fare matemetica,  nell'ufficio di tuo padre... sento ancora i brividi delle leccate sul collo e le tue mani e la tua barba a sfiorarmi le labbra...
Gli sguardi innamorati e l'amore in piedi nel sottoscala della canonica.
Oh Giulio! quello è stato l'amore della passione, le superiori e le giornate a far finta d'andare a scuola per stare assieme. Le manifestazioni non so nemmeno per quali ideali...  Una giornata alla stazione, un freddo assurdo, le mie mani fra le tue e il tuo alito a scaldare dita intirizzite...  dentro il fuoco rosso della passione... non esisteva il mondo intorno, avremmo potuto far l'amore anche lì alla stazione.
Poi ti ho invitato al mio matrimonio per farti dispetto e dimostrarti che sopravvivevo senza te però non son riuscita a guardarti tutto il giorno...  hai anche suonato e cantato le nostre canzoni assieme ai nostri amici.
Mi avevi lasciata Giulio perché non era "giusto" in una compagnia stare sempre soli in disparte... eri cretino Giulio? Io ti amavo tantissimo! Ho sofferto per mesi. Tu hai detto a tanti che ti eri pentito d'avermi lasciata... bastava lo dicessi a me... avevi diciott'anni, io quindici...
Tu vivi a trecento metri da casa mia... sposato hai avuto una bambino l'anno... forse per questo tua moglie è quasi calva.
Mi somiglia pure, occhi verdi... slanciata verso il basso...  però è più bassa e un pò calva... ti sta bene, Giulio.