Xelenia

Xelenia attendi, sempre.
La luna, entrata dalla finestra, riscalda la sua pelle fredda sul tuo cuore che brucia.
Xelenia duole la cicatrice del giorno vuoto che con la sua luce di solitudine segue le orme dei tuoi baci. Baci rimasti muti sulle labbra di quel rosso giacinto che mani di pietra ti portarono al calare della sera.
E venne così la notte cieca simile ad un deserto gemente dove la tua tristezza, ancora oggi, vaga alla ricerca dell'acqua ‐ gioia dell'arsura e specchio dell'amore ‐.
La notte, quella notte, aveva un nome sulle labbra: Aifam. ‐ un grido soffocato dietro muraglie di debolezze e di paure ‐. Aifam. Tu lo gridasti quel nome ma lo gridasti al contrario e come interrogativo alla terra sordomuta.
E' la terra, la terra stessa che definisce il rapporto tra uomo e cultura. E' terra dura quella che tu hai scelto d'amare per amore. Terra dura che lacrime silenziose hanno reso fango nel quale la vita affonda i piedi e non riesce più ad alzarli. E tu, Xelenia vieni da oltre il mare e non hai capito che qui l'amore è silenzio.
E non puoi volare con le penne di metallo per cercare la verità che si legge nei libri.
Non t'interessa! Vuoi scagliare la tua lingua come pietre contro palazzi di cemento armato. “Avranno almeno un fragile vetro che si frantumerà”. Dici.
Vuoi sapere e far sapere, conoscere e far conoscere.
“Amicizia non è stringere la mano”. Dici.
Ormai sei arido ulivo, pietra bruciata.
“Uccidermi non possono perché sono già morta”. Dici. Sei morta con il tuo Xavier (Saverio).
I tuoi sospiri d'amore sono brividi di vento freddo che spirano nell'inverno del tuo cuore. La tua primavera è finita, per sempre. Eppure sei ancora giovane e bella.
“E' relativo”. Dici.
E attendi. Attendi di veder cadere chi scala il pizzo dell'ambizione al denaro facile, della violenza e del crimine.
La violenza è violenza, il crimine è crimine e non possono trovare giustificazioni sociologiche e psicologiche quali: diversità di cultura, diversità di valori, disagi, emarginazioni, fragilità, sradicamento, povertà … ecc. !
Arrogarsi il diritto della vita altrui è follia e crudeltà all'infinito.
“La ferita che lascia tale morte è palese e inguaribile”. Dici.
Dici bene, Xelenia.