Il teatro è un tempio, un tempio dove non entra mai il sole. Si lavora sempre con poca luce, nel silenzio più assoluto; il testo va rispettato nelle sue virgole, va approfondito, perché tutto è nella parola.
Una volta a Taormina ho visto schierati Manfredi, Gassman, Sordi, Tognazzi e Monica Vitti. E ho capito dove Manfredi era superiore a tutti: negli occhi. Recitava con gli occhi dove altri si aiutano col viso o le parole.