La notte porta quel silenzio forzato, quel buio imperante, luci di stelle che creano indefinitezza. Magari tu vorresti smettere di pensare, gridare al mondo la logica che enumera i tuoi problemi, ma in realtà quello che riesci a fare è solo pensare ossessivamente all'assordante richiamo alla vita, che si piega tra le balze del notturno.
E' troppo bello perdersi nelle parole, scrutarle, viverle, assaporarle, farle proprie. Loro sono lì ferme, sembrano immutabili, statiche, paralizzate da quel loro grado di rappresentatività, che può si essere a più strati, ma che in fondo vede la sua espressività come oggetto unico e costante.