Quei corpicini smembrati, quelle vite potate ancora prima di fiorire saranno un incubo per tutto il resto della mia vita, e se ho ancora la forza di raccontare della loro fine è perché voglio rendere giustizia a chi non ha più voce, forse a chi non ha mai avuto orecchie per ascoltare. Restiamo umani.
Odo voci che - in realtà - non sono voci, ma bensì invece rumori di pianti, singhiozzi e gemiti di paura e dolore che mi giungono alle orecchie da una nazione lontana chiamata Ucraina, che viene stata rinchiusa e massacrata tutto il tempo dagli effetti annientanti di una guerra stupida e crudele dichiarata da un dittatore mentalmente malato, la cui sete di potere e sangue lo rende completamente fuori di sé.