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Se io potrò impedirea un cuore di spezzarsinon avrò vissuto invano-Se allevierò il dolore di una vitao guarirò una pena-
o aiuterò un pettirosso cadutoa rientrare nel nidonon avrò vissuto invano.
Alcuni dicono chequando è detta,la parola muore.Io dico invece cheproprio quel giornocomincia a vivere
Un sepalo, un petalo e una spinaIn un comune mattino d'estate,Un fiasco di rugiada, un'ape o due,Una brezza,Un frullo in mezzo agli alberi -Ed io sono una rosa!
L'acqua è insegnata dalla sete.La terra, dagli oceani traversati.La gioia, dal dolore.La pace, dai racconti di battaglia.L'amore da un'impronta di memoria.Gli uccelli, dalla neve.
O frenetiche notti!Se fossi accanto a te,Queste notti frenetiche sarebberoLa nostra estasi!
Futili i ventiA un cuore in porto:Ha riposto la bussola,Ha riposto la carta.
Vogare nell'Eden!Ah, il mare!Se potessi ancorarmi Stanotte in te!
Quella vita che fu tenuta a frenoTroppo stretta e si libera,Correrà poi per sempre, con un cautoSguardo indietro e paura delle briglie.Il cavallo che fiuta l'erba vivaE a cui sorride il pascoloSarà ripreso solo a fucilate,Se si potrà riprenderlo.
Fra le mie dita tenevo un gioielloQuando mi addormentai.La giornata era calda, era tedioso il ventoE dissi "Durerà".
Sgridai al risveglio le diata inconsapevoliLa gemma era sparita.Ora solo un ricordo di ametista A me rimane
Ha una solitudine lo spazioSolitudine il mareSolitudine la morteMa queste saranno compagnieIn confronto a quel punto più profondoSegretezza polare,Un'anima davanti a se stessa:Infinità finita
E' poca cosa il piantoSono brevi i sospiriPure, per fatti di questa misuraUomini e donne muoiono!
Lento discendi, o Paradiso!Labbra a te non avvezzeTimidamente delibano i tuoi gelsomini,Come l'ape stremataChe giunge tardi al fiore,Ronza intorno alla sua stanza,Conta il nettare,Entra, e si perde tra i profumi.
Il Paradiso non è più lontanoDella camera accanto -Se in quella camera un amico attendeFelicità o rovina.Che forza c'è nell'animaChe riesce a sopportareL'accento di un passo che si appressa -una porta che si apre.
Sono più miti le mattineE più scure diventano le nociE le bacche hanno un viso più rotondo,La rosa non è più nella città.
L'acero indossa una sciarpa più gaia,E la campagna una gonna scarlatta.Ed anch'io, per non essere antiquata,Mi metterò un gioiello.
Fa ch'io per te sia l'estateQuando saran fuggiti i giorni estivi!La tua musica quando il fannelloTacerà e il pettirosso!
A fiorire per te saprò sfuggire alla tombaRiseminando il mio splendore!E tu coglimi, anemone,Tuo fiore per l'eterno!
Per un istante d'estasiNoi paghiamo in angosciaUna misura esatta e trepidante,Proporzionata all'estasi.
Per un'ora dilettaCompensi amari d'anni,Centesimi strappati con dolore,Scrigni pieni di lacrime.
Come la luce,Delizia senza forma -E come l'ape,Melodia senza tempo -
Come i boschi,Segreto come brezzaChe, senza frasi, agitaGli alberi più superbi -
Come il mattino,Perfetto sul finire,Quando orologi immortaliSuonano mezzogiorno!
C'è un vuoto nel dolore:Non si può ricordareQuando iniziò, se giornoNe fu mai libero.
Esso è il proprio futuroE i suoi infiniti regniContengono il passato,Illuminato a scorgereNuove età di dolore.
E' una curiosa creatura il passatoEd a guardarlo in visoSi può approdare all'estasiO alla disperazione.
Se qualcuno l'incontra disarmato,Presto, gli grido, fuggi!Quelle sue munizioni arrugginitePossono ancora uccidere!
Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un'ape, -Un trifoglio ed un'apeE il sogno.Il sogno può bastare Se le api sono poche.
Quando sento la parola "fuga"il mio sangue scorre piu' veloce, sorge in me improvvisa la speranzae son pronta a volare.Quando sento dire di prigionidistrutte da soldati,come un bambino scuoto le mie sbarreinvano, ancora invano.
Mi incanta il mormorio di un'ape -qualcuno mi chiede perchè -più facile è morire che rispondere.Il rosso sopra il colle annulla la mia volontà -se qualcuno sogghigna stia attento- perchè Dio è qui - questo è tutto.La luce del mattino mi eleva di grado -se qualcuno mi chiede come -risponda l'artista che mi tratteggiò così.