Basta! Un urlo che squarcia il sereno

Libro "Basta! Un urlo che squarcia il sereno" di Silvana Stremiz

Sapevo di andare incontro a tutte le sensazioni, che leggere la storia di Anna, le poesie e le lettere mi avrebbero procurato: rabbia, vergogna, odio, tristezza, commozione. Sapevo e per questo ho cercato di trovare il momento adatto per aprire queste pagine. Fin dalla prima storia la stretta al cuore è forte, i versi delle poesie tagliano come lamette e le lettere scritte da chi ama i propri figli più di se stessa commuovono profondamente. Silvana, ti ringrazio dal profondo del cuore per avermi regalato questo libro e sono fermamente convinta che debba essere letto da tutti.
Il mondo è pieno di luridi schifosi, che violano piccole creature indifese, sia fisicamente che mentalmente. Le violentano non solo nel corpo ma anche nell'anima, lasciando cicatrici che non se ne andranno mai. Non dirò quanto odio provo per questa feccia umana, e nemmeno quello che auguro ad ognuno di essi perché va oltre ogni pensiero di carità umana, ma appunto "umana". Non credo che essi siano bestie, perché nutro un rispetto altissimo per gli animali e non riesco nemmeno a trovare un vocabolo per definire questo vomito della società, che meriterebbe di essere ripulito con un bel getto di idrante, per sempre, come il vero vomito o la cacca di cane per strada.
Mi dispiace solo di non riuscire a fare una recensione come si deve. Una recensione obiettiva di questo libro. Vorrei, ma i sentimenti non mi aiutano, anzi mi fanno solo scrivere quello che il libro mi lascia dentro.
Questo libro è come una mano che si è stretta in un enorme pugno e mi ha colpito dritta nello stomaco, togliendomi l'aria. Poi una luce l'ha attraversato in pieno, questo pugno, sgretolandolo e lasciando al suo posto un piccolo uovo bianco, avvolto in piume calde, riscaldato dalla stessa luce e protetto. Lo voglio chiamare speranza. Speranza che un giorno il mondo si ripulisca veramente da questo schifo.
I bambini dovrebbero essere il nostro tesoro più grande. La nostra ragione di vita, la nostra immortalità. Dovrebbero essere protetti con la vita. Invece sono lì, piccoli ed indifesi, si affidano a noi con tutta la loro fiducia e alcuni di noi cosa fanno? Uccidono i loro sogni e la scintilla nei loro occhi. VERGOGNA.
La "lettera a mio figlio" e l'ultima storia di Sonia mi hanno commosso a fondo. Mi hanno fatto venire la pelle d'oca, mi hanno fatto piangere. Vero che sono dalla lacrima facile, io, ma ci sono lacrime e lacrime. Una lettera così vorrebbe riceverla ogni figlio, mentre una storia come quella di Sonia ci fa aprire gli occhi sul tempo della nostra vita. Su come spesso lo facciamo volare davanti ai nostri occhi senza stare a riflettere che quando è passato non torna più. E' umano e inevitabile, anche perché è umanamente impossibile vivere la vita fino in fondo. Chi mi dice che ci riesce è come chi dice a Silvana di non aver rimpianti: mi fa sorridere.
Le ultime osservazioni sulla fine dell'anno non potevano capitare in un momento "migliore". L'inizio del 2011. Insomma proprio come dice Sonia: "le cose nella vita quando accadono, hanno sempre un perché" e se ho aperto questo libricino soltanto oggi, un perché ci sarà. Sta solo a me comprendere quale esso sia.
Anche se non ci riuscirò, sono comunque fortunata

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    128 pagine