...

Torrido diviene
alle due,
quando entri in cucina,
un filo di sole,
entra dalle persiane,
torturando il mio petto fradicio,
e tu dispettoso satiro,
dalle dita frettolose,
ancora imbevute d'assenzio,
ti aggrappi pesante,
alla mia veste,
attaccaticcia,
di ogni mia fatica.
Io madre novella,
sento ancora il latte
raggrupparsi salmastro
ai miei capezzoli gonfi,
se sento i tuoi passi,
corteggiare le mie attenzioni,
zoccoli duri,
di un uomo che avanza,
verso il suo più dolce pendio,
battendo la terra,
per accudirla lieve,
al nuovo grido della semina.
Oh, mio incubo
di drappi leggeri,
tu fai cantare
le mie mani insaponate,
contro le stoviglie,
quando ti spingi insolente,
oltre il bordo del lavandino.