849\Naviganti del vuoto

Griderò eterna
con la forza dei versi
che vogliono sopravvivere,
m’ascolterai ancora
con l’odio appeso
su olocaustiche stelle
a segnare la rotta.
Riderai dolore
sputando sprezzo
senza rimpianto
perché mai danzeremo
come cigni morenti
ora che il nero
copre ogni piuma,
rotolata in pece
d’infimo addio.
Chino il collo
(ondeggiante e stanco)
sotto il peso lacerante
di ricordi riesumati,
non valgono niente
le illusioni sparse
come indumenti usati
nel disordine consueto,
un lago o una stanza
dove cantare note
pregne di male,
da farfalla succhierò
nettare di te
per sbocciare in ninfee,
incubi alla deriva
nei tuoi occhi
distratti come specchi,
sono così assenti
naviganti del vuoto.