L'ultima, notturna ora
prima delle strade piene
del traffico di fiori
di lancinanti scuse,
la dedico a te,
come scalpello a cui
importi soltanto accadere
la incido sulla dura pietra
della poesia.
Quella poesia che non tradisce
che stride e mite
ci accompagna al crepuscolo.
Ora l'assenza inizia
a trafiggermi,
sapientemente mi accoltella
i respiri,
poi i tuoi versi immortali
sul greto sgualcito
di una lacrima.
3 ottobre 2017
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