Acque solitarie

Torbide
le acque del mio cielo,
spazi immensi,
celati
dietro esili,
storte dita.

Penso
speranze vuote.

All'unisono
interminabili lamentele
si schiantano al suolo
indistinguibili.

Spregevoli caricature
impallidite
dal tempo sarcastico
stridono
guardandosi
in specchi ormai rotti.

In lontananza, 
striduli miagolii
baciano le orecchie.
Piccolissime gatte
sbavano ammiccando;
stupito
da ciò che lo circonda
rabbrividisce esausto,
solitario,
si reca nel buio
vaneggiando,
solitario,
perde il senso
del tempo trascorso.

Piccolissime gatte
nella nebbia
trascolorate,
come svanite
tra i denti neri
del malessere regnante
sonnecchiano
ai piedi di un albero,
sorprese
stese all'ombra
della loro indecisione.

Terrificanti futuri
ammutoliscono la folla urlante.