Amanti

Dov’eri, tu, quando perduto erravo
tra scogli e nubi
in riva a furibondo mare?
quando di pesanti passi
(rovinoso tuffo di bronzi in mare aperto)
in mare di terra scavavo
tracce tremanti?
A te pensavo e cieco a viandante
cieco e chino chiedevo
tuo nome
e di te e di tua ombra morivo.
Ora di nuovo qui sei
su erbosa collina
e qui disteso abbraccio
manto di luccicanti umidi fiori
e grato piango rispondo
a lento fruscio di ingelosito vento
e di fiori ricopro nudi tuoi fiori
e folli labbra incredule
lievi distendo su tuo respiro
succhio tua linfa
di tua vita vivo
piango tua gioia
mordo tue braccia
e annego
nell’ebbro colore degli occhi tuoi ridenti.
E il sole, vedi?, giunge ora a coprire
capo e spalle di noi felici amanti.
Ma tu, tu cavalca, amore,
cavalca tu di nuovo scalpitante cuore
e guarda gli occhi miei
su argenteo altare
di nuovo lieto luminoso giorno.
((Gabriele Prignano))
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