Aprile

Mescolo il latte con il caffè, la finestra
aperta di luce. Quest’aria
sa di giugno, mi confondo
nella camiciola leggera.

Avevo pensieri, progetti altri.
Schegge, non diverse dai resti di petali e foglie
che il vento ha soffiato attraverso
le finestre di ieri.

Le raccolgo sul palmo,
secche e schiacciate da non valere più nulla.
Devo riavvolgere il nastro, fermarlo
con un nodo e tornare sui passi di prima,

una scarpa rossa e una beige
che mi calzano estranee. Tornare
alle occupazioni di sempre, colmare
distanze dilatate da mancate aspettative.

Indietro come un gambero: correre e danzare.
Il bilanciere sbanda, fra un effimero
punto invalidato e usati precedenti
che non so riguadagnare.

Confondersi così che poi arriva questo
giugno improvviso a scompaginar le carte:
strappo le pagine del calendario, lascio
che giorni inutili volino verso un cielo incongruo.

Sarà solo il tempo di una estate irreale,
dove è impossibile afferrare un centro.
Indosserò ancora la mia giacca
primaverile quando tornerà la pioggia.