Aureola di cenere dietro
le tue sconvolte‐annodate
mani al trivio.
Tempo trapassato al Ponto: qui,
una goccia,
sull’affogata
pala di remo,
in fondo
alla promessa pietrificata,
lo risolleva, stormente.
(Lungo la verticale
corda di respiro, a quel tempo,
più in alto che in alto,
tra due groppi di dolore, mentre
la fulgente
luna tartara s’inerpicava fino a noi,
io m’internavo in te e in te.)
Aureola
di cenere dietro
a voi, mani
del trivio.
Orrendo, ciò che, da Oriente, il caso
vi gettava davanti.
Nessuno
testimonia per il
testimone.
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Solo mani vere scrivono poesie vere. Io non vedo alcuna differenza di principio tra una poesia e una stretta di mano. Viviamo sotto cieli cupi − e ci sono pochi esseri umani. Per questo anche le poesie sono poche.