Autunno a Trieste

La pioggia della sera un brivido porta

e davanti a me, una voce si ridesta

che l'Autunno con sé reca:

gocce si infrangono sui vetri orbi,

sono sparate da giochi

che il vento in un soffio ha ammaestrato.

Poi in fondo, nel nero di nubi,

lampi taglienti qua e là,

dei confini esplorano cielo e colline,

i bagliori di guerra oltre il Carso.

Sì ricordi? Era il sole a vestire la terra,

ieri l'afa tutto ancora appiccicava,

la mente e la voce alle ferie.

Bello era affondare

tra le forme del ceruleo manto invitto,

lì dove ora il mio cuore

piange la sua bieca illusione,

come un'ombra di candela disciolta.