Cenere

Ruotando in cerchio sguardi ghignanti di follia danzano e scherniscono l'Essere.   Visioni o fantasie? Incubi tali e presuntuosi stagnanti nel fondo del cuore.   Il luogo, tra Io e lontano passato, diviene cenere.   Frale lo spirito adagia perso lo sguardo in delicato torpore.   La fiamma è continua sulla viva candela, ma nulla traspare.   Alcuno sa, alcuno potrà questo vuoto, se non penetrar, colmare.   Non parole ma sospiri volan sui resti, mentre porta via il vento l'odore.   Sorrisi o cosa? filtrano l'ispirazione e lascian le parole scorrere.   Fugge ormai impaziente l'immaginazione tra spighe e paradisi in Cerere.   Senza fine... melodie e antichi dolori, nascosti tra queste lettere.   Fra sterminati campi d'oro e sangue, tanto più lontani dall'amore.   Ritorno non vi sarà nè orma o verità, se non infinita polvere...   Testo tratto dalla raccolta "Le urla"