Centoquattro

Scrivere  è il nostro amplesso,
perfezione di carne su cera .
Prenotiamo il letto  su cui ogni giorno
si corica l'inchiostro e tu stai lì,
meridiana di desiderio, accento ed accenno,
più bravo, più nuovo, più vero.
Hai per tendini le parole, le ossa sono cave
a cui succhio piacere. Credevi forse che io
ti amassi per come smette il tuo sorriso una volta,
per come si piega il tuo sguardo alla neve, per
le braccia che stese fanno orizzonte. Si, ti amo
anche per questo: anche la mia pelle ha fame.
Ma ti amo di più per ciò che non tocco
se non sotto queste lenzuola
che tutti sfogliano e che io macchio.