Cimavalle

Calcinacci dove l’ombra sbaglia
imposte sgangherate a legno vivo
giri di rovo e sterpi d’ortica
ritrovo le mura a ricordo di casa.
Pietre bisunte di fuoco bruciato
la strada sterrata a brandelli di ghiaia
la scala di legno poggiata sul muro
incrociano il fiume tre rime di canne.
Tavole e chiodi in misura diversa
erba secca nei vasi del tempo
la ruota di un carro piantata per terra
un rastrello una zappa  e panchina in cemento.
Delle cose passate rimane la grinza
la ruga dei morti è solo tristezza
il volto dei nonni a schiacciare la terra
mi coglie improvviso fissando il paesaggio.