Cinque Cento Novantacinque

La mia carne è sciocca, tutta in
verità lo sono, anemica di sapore
come la pietanza mal condita.
I miei polpacci sono sciocchi,
incapaci di distinguere la corsa
dall'arresto, il morso dal morire.
La mia pelle pure, ignorante sul
quanto darsi e quanto non,  disposta
a farsi incidere di anni e pestilenze,
di perenni carestie in cambio di finta,
caduca attitudine. Lo sono i miei occhi,
sempre accesi all'ora sbagliata e stranamente
in ferie quando dovrebbero invece vigilare
con l'istinto ed il soffio minaccioso del
gatto insonne, un grillo gigantesco
nella stagione della caccia.