Clarisse

Clarisse,
qui seduto al sole, mi pare di scorgere la tua bionda chioma.
Morbida, calda, un manto d'orato di baci e carezze.
Poi succhiudo gl'occhi; leggero è l'affanno che sento, scende lungo la schiena e mi prende per mano.
Accompagna il pensiero l'udire un canto da lontano; un usignolo, forse, un canto soave che alto s'innalza al mio sentire.
Apro gl'occhi e con devota passione, tra gli specchi infranti che ho nel cuore, scorgo i tuoi occhi gelidi, Clarisse.
Occhi che si spezzano tra i confini della realtà cruda, cercano e scoprono dove vi è la via di fuga. Ma non la trovano.
E così, perso nel vuoto, mi pare di toccarle quelle labbra, accarezzarne le rughe, di sentirne l'umido piacere con un sol dito incantato.
Clarisse, mi desto per Dio, anche solo immaginarti, mi da brusìo.