Commiati

Trasmigrazioni purulente,
da attimi di estesi anticipate,
prima di un addio.

Silente commiato di lacrime negate,
saluto indistinto nel caos frastornante
di miriadi di pensieri contrastanti

come popolazioni alla migrazione condannate
nelle paludi del tempo che pretende
la testa degli idoli dimenticati nelle
cripte della perduta interiorità.

E come un vichingo che ha perso il favore
di Odino, sento la tue parole sferzare la mia pelle
come rovi di sillabe taglienti, come araldi
intessuti nelle spire del lancinante dolore

che riempie l'aria, che rempie i miei polmoni.
Ma è tempo, ormai, di tornare ad esser noi stessi,
senza negare quanto divini siano i somatici tratti
delle nostre anime che nel bicchiere dello Spleen
troppo spesso lasciamo annegare...