Della sabbia, della casa e di Ofelia

Dicono che le bambole
hanno occhi di ceramica
e quando piangono
versano lacrime di vetro   Hanno case isolate
e fiori di ciliegio
sul vicolo del cielo
in quel luogo reale da sognare   Dicono che gli angeli
siano fatti di stoffa
anche loro aspettano maggio
per decorare il volto della luna   con due ciliegie come ornamento
e non importa se è di notte
che verranno a svegliare l’innocenza
di una vita rimasta in pianura   una bambola di pezza
che non basta manco a se stessa
in quest’ora in cui tutto sembra tacere
tra le ruspe e le urla che cercano   A quest’ora ci si dovrebbe fermare
sulla terra ormai cruda e sconfitta
dalla sabbia dell’uomo
che ha venduto l’ultima casa   La dimora di Ofelia la bambola
quella fatta di stracci e di foglie marcite
quella grande in fondo alla strada.
Quando ancora c’era la strada.