Dentro il pantano

Ci sono le ciarlerie futili, gli spazi vuoti, le passeggiate inumane, i vetri rotti e le vitali appese ai chiodi arrugginiti. Le pareti scomposte filtrano luce che bagna la stanza, appena un po’ umida. C’è l’ottone che accompagna la marcia, un manico d’ombrello dentro il pantano, la loro presenza annunciata da un’ombra di fango. C’è una ragione dentro il colletto della camicia buona che non so lavare via, il ricordo di un viaggio programmato da molte vite, una fotografia di te umana, mite.   Ma bisogna spiegare senza dire, e bisogna che ci sia la giusta distanza dentro questa nostra piena identità.