Febbrili filamenti lattiginosi
gracidano nelle parole delle tue misericordie.
Capo chino di perdoni cosparsi delle ceneri
del nulla.
Qui, come sempre
piagata nei fianchi,
incallita di sventure,
raccatto fieno tra le zolle
nella polvere dei tuoi acari,
nelle feritoie dei tuoi silenzi.
Malefico
fu ieri ed oggi,
sarà domani
per siffatta stirpe di perdenti.
Giocati dall’ancestrale sogghigno del fato
attenderemo il giorno della fine
nel mugghiare delle onde infrante
sull’arenile d’esistenza.
6 ottobre 2008
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La poesia è immediatezza espressiva; talvolta criptica, essa dice e non dice, omettendo deliberatamente al solo scopo d’essere equilibrio perfetto di sé oltre il verbo dello scrivente per risolversi, ogni volta in modo individualmente nuovo, in chi ne fruisce.