Due Cento settantanove

Grazie di essere venuto
perchè adesso so quante volte
la mia lingua, onduccia di carne
senza pretese, si è infranta per pronunciarti.
Si fosse almeno ferita! Le sarebbe rimasto
il seme della tua stessa taglia, magari una
lampo per chiudere il conto, tu hai spalle
che sembrano monti ed io ho freddo più
spesso degli altri, se mi dai una mano
posso rifarmi l'orlo.Ma ecco qualcosa è
ancora qui, sta come un relitto, ha le
vesti stracciate, è un granello nell'occhio
della mia bocca, un souvenir la conchiglia
da cui sento il tuo odore. Il mare  è una bugia
raccontata male, alle reti che imbandiscono
prigioni, preferisco il tuo nome.