E non ci penso più

Stasera, amico mio , vorrei scendere qui.
Leggermi tutto intero il marciapiedi
sporco di merde in foto di partiti,
ad una ad una raccolte da Gilbert.
Ci farà un fuoco o chissà che altro.
Ma le userà di certo al modo giusto.
La mia Gauloises tra poco finirà;
al bar che non ha mai avuto un nome,
vuoto come sempre già a quest’ora
come il bicchiere d’anisette dimenticato.
Lo specchio dietro il banco è tutto mio:
non sono male e leggo senza occhiali.
Ed il caffè che sanno come fare
con quel che resta di false primavere,
Lo bevo e poi sorrido a Dylan Dog.
La chiave che ha milioni di mandate
come le stelle su cui mi hanno truffato,
prese senza chiedere o bussare
come si fa con sottratte primavere.
Ma da stasera mangio e non ci penso più.