La lunga breve vita di Ciccio

Qualche tempo fa, pubblicai una poesia che, una volta scrissi per il mio amico Ciccio. In seguito ad un incidente con il suo amatissimo trattore è morto il primo di dicembre dopo un lungo gioco di tiro alla fune tra la morte e la vita. Forse quest'ultima,rendendosi conto che vincendo sarebbe stata meno della metà di quello che già era, ha deciso di allentare la presa e farla finita. Non so.
Ciccio era un uomo semplice, dalla salute un pochino cagionevole, poco istruito, certe volte irascibile, ma di buon cuore e generosissimo. Curava la dozzina di giardini delle villette di "professionisti" in un piccolo centro dove si trascorre il periodo estivo. Anche il mio. Al contrario, però,lui mi aveva visto crescere e con me, l'unico, tra i "professionisti" a cui poteva dare del TU, si apriva completamente. Forse in considerazione del fatto che mi ricordava da piccolo e anche per la mia semplicità nel pormi con lui. Sostanzialmente riuscivo a metterlo a suo agio. E lui parlava e parlava tra una sigaretta e l'altra, sorseggiando un Bacardi breezer, di cui, prima che glielo facessi assaggiare, non sapeva nemmeno l'esistenza.
Non si è mai sposato. Le uniche donne che conobbe nella sua vita erano delle signore che danno piacere, non illudono nessuno e non promettono nient'altro che va al di là di quello per cui sono pagate.
Quando si rese conto di questo, grazie anche alle mie discussioni, non andò mai più a cercarne una. Per rispetto verso sé e verso quelle donne che fino a poco tempo prima aveva guardato con occhi diversi. "Sono vecchio ormai per queste cose, Antonello. I soldi meglio metterli di lato per il matrimonio di mia nipote. Mia sorella non se la passa tanto bene... lo sai. Voialtri giovani dovete farlo l'amore". Cosi diceva.
Al suo funerale, di quelli i cui giardini Ciccio teneva alla perfezione, c'ero soltanto io e mia mamma che ha sinceramente sofferto per la sua scomparsa.
Eppure lui, i frutti, le verdure, i funghi di campagna li portava a tutti quanti e ne era contento di farlo per la grande voglia di essere voluto e di voler bene.
Purtroppo Ciccio, non si rendeva conto, nella sua ingenua ignoranza che non era un uomo di spicco come un politico, un professionista, un "nome", in definitiva, per cui valesse la pena farsi vedere costernati in pubblico, agli occhi dei miei "vicini" estivi... per me invece era di più.
Se avesse potuto vedere dietro l'auto funebre avrebbe sofferto parecchio e da solo, come era nelle sue abitudini. L’unica cosa che avrebbe potuto consolarlo: il privilegio di aver avuto un amico, di essere riuscito a voler bene ma anche il parziale fallimento di non essere corrisposto come desiderava.