E ti chiedi sempre il perchè
Avvertire che il troppo pensare
può far scivolare nell'incoscienza
quando la mente si accende
violenta nei giorni;
sentire in sè il sapore acre
del tempo che scorre
con il cuore a martellare
ansie avvolte di "dolce scienza".
E diventa, senza che te ne accorga,
un combattimento all'arma bianca
fino a sfiancarti,
mentre la disperazione
ti spinge ad andare avanti.
.
Cesare Moceo @ t.d.r.
Questi versi di Cesare Moceo descrivono con precisione chirurgica il peso del sovrappensiero (overthinking), dipinto come una battaglia logorante tra l'intelletto e l'emozione.
L'autore mette in guardia contro quella "mente che si accende violenta", suggerendo che l'eccesso di analisi non porti alla chiarezza, ma a una forma di "incoscienza" o alienazione. È interessante il contrasto tra l'ansia e la "dolce scienza": quest'ultima rappresenta il tentativo della ragione di spiegare tutto, una medicina che però finisce per avvelenare il tempo, rendendolo "acre".
La chiusa della poesia è particolarmente potente:
Il combattimento all'arma bianca: indica un corpo a corpo con i propri pensieri, senza filtri o difese.
La disperazione come motore: paradossalmente, quando la mente è sfinita, non è la logica a farci proseguire, ma quella spinta cieca e disperata che ci obbliga a non fermarci.
È un ritratto vivido di come la ricerca ossessiva del "perché" possa trasformarsi in una prigione esistenziale.