Lui ch’ha sofferto sempre er freddo, er gelo,
sotto quer ponte indove s’era messo
sotto ‘n cartone a faje su da telo
pareva lo spauracchio de se stesso…
Un povero barbone nun fa’ danno
la nebbia già l’avvorge de bambace
cià er Tevere fratello pe’ compagno
e ‘n friccico de luna je dà pace.
Trastevere già inzogna, e nun lo vede
la Secca, adacio adacio l’avvicina…
All’arba: “annamo…”disse, e lui ce agnede…
Trovarono du’ stracci la matina…
Libera ispirazione tratta da una foto della pagina fb "Trastevere"
21 maggio 2013
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Ogni poesia resa pubblica è come un figlio che hai lasciato andare per la sua via, ma sei consapevole che di tanto in tanto ti verrà a trovare poiché c'è un legame d'amore indissolubile: tu ne sei "l'Autore"; potrai riconoscerlo senza problemi... ma tutti gli altri sapranno che è "tuo figlio" solo dal nome che porta. Rispettiamo gli autori.