Etna

Etna, picco a me tanto caro,
due volte monte
nei secoli eletto,
ogni mattina,
al cantar del gallo
che arriva ai timpani
con la sua monotona filastrocca
mi desto,
alla finestra m'affaccio
e m'appare
la tua perenne maestosità,
il tuo ciuffo da bersagliere
che volgi ad oriente
sulle ioniche acque
color del vino,
la tua finta tranquillità
che traspare
dal candido manto che ti copre
e che copre
nelle tue turbolente viscere
tanta fervida passione
che di tanto in tanto
sfavilli con spettacolare effervescenza
orchestrando
una miriade di colori
per l’umana gente
che ti adora
e ti teme nel contempo.