Firenze

Un cielo di  rosso screziato
rincorre folate di indaco
che schermiscono violette nubi di glassa.   Carta argentata si muove quieta,
quasi sonnecchia mentre riflette
i ponti immanenti.   Visi di pietra infondono doverosa riverenza,
fotogrammi strappati  al tempo che fu.   Gelido è il sangue che rende statico il muscolo,
sintesi emotiva d’un movimento perfetto.   Antica e cortese signora
lasci, pudica, che il mondo scopra
le tue calde vesti:
femminea epidermide suadente
ti sfioro
e ti vorrei mia