Fuori da questo non so dove

Solo il canto delle cicale rimette in equilibrio un cuore, l'istinto è per il giovane che non giova alla milza, fuori da questo non so dove si muovono mosche all'insaputa del ragno, l'uomo solo ascolta quel canto come fosse l'ultima voce udita prima del vibrare dei vermi, a terra ancor secca e priva di luce. Un paio di vite altrove anche il giovane sapeva l'istinto e il rincorrere mosche oltre la tenda che divide il giardino dal mondo. Ma un mondo termina sempre prima o poi e anche questo mondo è finito, così come l'altro e il precedente ancora, i risvolti bagnati son l'unico segno che induce la morte all'assenza di tatto. Anche l'uomo sapeva toccare la donna, che lei non capiva se erano dita o labbra, o qualcosa di nuovo, meglio di uomini che non sapevano fare più dello sguainare lo sfogo e rendersi medesimi al ricordo. Entrare in una donna è come traversare una strada che puoi farlo mille volte e il pericolo è sempre imminente, anche se attraversi sempre la stessa. Mai domo, mai sazio, l'uomo solo ricorda ne usciva ogni volta più forte e più vivo, che un sol culo val più di una esposizione di quadri e per capir le cicale basta ammirarlo quando è proibito, quando non devi, quando non puoi, quando non sei.