Gli eterni ritorni

Gli eterni ritorni
son muri son grotte
di fango maestose
che coprono platani
teneri, carnosi,
distesi ai miei piedi,
son vischio, son rose,
ma gelide, erose
dai tarli tremendi
dei troppi ritardi.
Gli eterni ritorni
son carri in discesa
ed a valle, nascoste
nel buio, le spine a
carezza scoscesa
s’attaccano al cuore
di dura corazza
(bambola di pezza
a cui strappi ogni
volta la testa).
Gli eterni ritorni
han sfumati i contorni
e l’inizio e la fine
e memoria perduta
di navi, giacigli,
giocolieri, figli.

Di vite claudicanti
paghiamo tutti i fii, tra
palestre d’emozioni e
foreste d’addii.