Il palazzo di via Marconi

Al quarto piano
Ettore legge i capolavori di un altro tempo.
È totalmente immerso.   Al piano terra,
nella guardiola, il portiere fa il suo dovere.
Si preoccupa di quello che fanno
gli inquilini,
l’edizione pomeridiana inizia
tra cinque minuti.   Al settimo piano
l’ascensore non arriva,
è fermo al sesto, si aspettano i lavori
e Giulia si sente un po’ più sola.   Al secondo piano
il Commendator B. aspetta il suo bassotto,
si è messo in testa di addestrarlo,
sono aperte le scommesse:
chi si stancherà prima?   La porta al terzo
è sempre chiusa, da dietro
arrivano mugolii ambigui,
i ragazzini nel pomeriggio
fanno la fila per sbirciare
dal buco della serratura
ma, giuro, nessuno ha mai visto niente
o almeno così mi ha detto
il portiere.   Nel terrazzo
i panni stanno ad asciugare
ma c’è anche chi ci va per fare
altro.
Di solito sono in tre:
uno guarda,
uno tiene il braccio,
l’altro armeggia con lo strumento
e si fa.
Ci si fa a turno.   Al primo piano
Greta piange disperata,
tende a drammatizzare un po’ troppo
ma la ferita sanguina ancora molto
è successo tutto
solo l’altro ieri.   Dalla finestra del quinto piano
arriva sempre ottima musica,
se riesci a scegliere l’orario giusto
potresti approfittarne per farti una cultura.   Il sesto è vuoto,
aspetta qualcuno che lo abiti
e che lo viva con le sue
manie  e stranezze.   Per strada
Passano le solite cinque macchine
In un via vai infinito.   Che c’avranno da passare
Tutto il giorno sotto il palazzo
di via Marconi?