Il saggio

Tu sei un violino,
le corde della tua voce dipingono l’aria:
il cielo, il mare, si riflettono nei tuoi occhi,
chiave di quest’universo del quale tu sei l’ottava superiore.
Tu sei un violino,
mentoniera di legno pregiato, tieni a sordina la dolcezza,
poggiandola a una spalliera di spugne e coralli.
Pizzichi il mio sangue che vibra,
rendendo armonici tutti i miei pensieri.
Tu sei un violino,
dalla cassa armonica di pelle bianca,
dalle curvature di piano e fondo
addolcite da lacrime di gommalacca.
Tu sei un violino,
potessi, io, equilibrarne l’anima,
sapessi, tu, il suono che odo:
i tuoi suoni tenuti
i tuoi suoni staccati,
di estasi e tormento,
di fuoco e cenere,
di intensità e nodi,
a renderti esile
e invincibile.