In questo mar stordito (Inedita)

Troppi gli attimi ostili
d’angusto camminare
privano gli occhi
di scampoli fulgenti,
fitta l’oscurità
più cupa della morte
‐ tutto è confuso ‐
oltre perdute sabbie
d’indifferenza aliena.
La sete batte gli angoli
di giorni grigi come topi
‐ assente ai cuori ‐
quell’acqua d’azzurra lealtà
che scalda il cuore,
tremula terra
di carta tra le onde.
In questo mar stordito
s’arena il coro
di condivise forze,
tra vetri sporchi d’amara
convivenza
deflagra l’innocenza
‐ felicità ‐
l’ambita meta
d’irraggiungibile convivio.

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