In un bar ad Atene (5.5.1990)

Persa, nel suo sogno di fotoromanzo, grassa, brutta, con un sorriso ebete di bambina cresciuta troppo in fretta. Eppure è così donna! Eppure è così bella! Che peccato.   Vivo come in un sogno amorfo di pettini colorati con mani infantili. Colori cerulei e teneri, cromaticità eteree di notti fantasmagoriche, nel rincorrersi delle voci incomprese, in una follia colorata e triste, ma non troppo. In quella donna grassa vedo me, vedo le mie possibilità perse, ciò che avrei potuto essere. Oh, quanto le devo! Perchè, perchè, perchè, perchè ti uccidi così? Perchè non ti svegli? Perchè non ti muovi? Perchè sono così arrabbiato con me stesso? Specchio di ragazza, specchio di città, rifletti la brutta immagine pensata. Un colore pastello, una pennellata allegra allegerirebbe la tua tristezza. Un Fiore di carta. Uno. Dato con Amore.