Inventata fantasia

 Se ti assenti troppo
dimentico il tempo,
il tempo dimentica il tempo
e di sé non lascia traccia
né una faccia
che si possa domani appiccicare
addosso a un altro

Se ti assenti
e il mondo che è fuori
lo dici arrabbiata,
quello che covi dentro
si sgretola
fragile come sabbia
che al vento rimane
per finire chissà
negl’occhi d’un distratto passante
o d’un muro di ombre pesante

Così la vita
tra il glicine e il sambuco
mentre si perde il respiro
che porta via
nell’inventata fantasia
di fili d’erba fra le labbra
a masticar eco d’altri felici giorni
che non riconoscerai
Che non ricorderai
d’averli quasi persi, quasi amati