L'amicizia

Un Io errabondo, alla ricerca
Delle radici del suo essere, è caduco e
Vulnerabile nell’offerta ingenerosa della
Sua amicizia. La piccola e folle bugia
Che cela inattese le sembianze di un amante.
Di un nemico, o di entrambe le apparenze
Di chi da ut des, e sporca il suo sentire
Dalla volubilità dei sensi.
Le radici dell’essere emergono
Di fronte alla tua indissolubile curanza
Delle dissolute carni eburnee.
Le immemori sporgenze del tuo ego spossato
Dalle intemperanze di una vanità femminea,
ostacolano il rituale che la reale alterità mette in
scena questa notte.
Giacqui immobile e smarrita
Paventando l’illusione di un’armonica
Figura, distrutta in verità, dalle parole che
Si esprimono da ignare bocche sul suo conto.
Odio ogni riflesso che emette questo vetro colorato
Poiché rifrange la fragilità della mia speranza, e
Nel frattempo continuo ad osservarmi immersa
In un campo di papaveri, mentre respiro le
Esalazioni oppiacee della mia apparenza laida.