L'orgoglio di poter ancora urlare.

Ebbi in me
il cuore in mano
indomito e guerriero,
a porgerlo al mondo
prepotente d'ardire
E pur esso,
consumato prematuro,
immenso si donò
a sterili complimenti,
tranquillo e felice
in quegli angusti silenzi
senza strazio nè dolore.
E donare battiti e virtù,
giuste a ogni riguardo,
a farsi apprezzar dal vivere
nel merito intrinseco
del suo malinconico pulsare,
cui pur dovette
lamenti e conforto.
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Moces 69N @ t.d.r